Tra neomelodici e trapper, ogni tanto spunta l’eccezione che conferma la regola che vuole la musica ridotta – anche in città – a mainstream, più o meno glocal. La resistenza di una scena underground, sperimentale, avantgarde, chiamatela come vi pare, trova carbonara conferma in un pugno di progetti e di spazi come l’ex Asilo Filangieri in cui non a caso è stato registrato questo disco: gli Illachime Quartet tornano insieme per un quarto disco e raccolgono «cinque pezzi facili» scritti in passato per film e documentari e altrettanti «pezzi non facili» frutto di sessioni improvvisative. I leader Gianluca Paladino (chitarra), Fabrizio Elvetico (elettronica, basso, piano), più Pasquale Termini (violoncello) e una vecchia conoscenza come Ivano Cipolletta (batteria, è sulla scena sin dai tempi seminali della Vesuwave con Les Bandards Foux e Panoramics) in «Soundtrack for parties on the edge of the void» si muovono tra atmosfere sospese e sferragliamenti rumorosi, punk astratto e free jazz per big band post-atomiche, rumori implosi e melodie esplose. Accompagnati da un mucchio selvaggio di terroristi sonici, i quattro tessono colonne sonore inquietanti, senza mai cedere al facile effetto, alla routine, ma nemmeno al tedio delle finte avanguardie che non cercano altro che l’applauso onanista.
Federico Vacalebre